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La rapida crescita dell’AI spinge verso un massiccio aumento della capacità energetica, offrendo opportunità cruciali alle fonti rinnovabili. Se adeguatamente sostenute, possono dare ulteriore slancio all’indipendenza e alla solidità delle reti locali.

Nel corso del World Economic Forum di Davos, durante un’intervista concessa a Bloomberg, Larry Fink (CEO di BlackRock) e Peng Xiao (CEO di Group 42 Holding) hanno messo in luce una questione tanto complessa quanto ricca di potenzialità: il massiccio fabbisogno energetico necessario per supportare l’infrastruttura dell’intelligenza artificiale (AI). La stima va dai 200 ai 300 gigawatt di capacità aggiuntiva a livello mondiale. Un dato impressionante, che però apre prospettive straordinarie per le aziende specializzate in energie rinnovabili, in particolare per quelle che operano nel settore fotovoltaico.


La tecnologia AI richiede sistemi di calcolo sempre più potenti e data center di grandi dimensioni. Peng Xiao cita numeri rilevanti: costruire una singola infrastruttura da un gigawatt dedicata all’AI può costare dai 40 ai 50 miliardi di dollari, e le stime puntano alla necessità di centinaia di nuovi impianti su scala globale. La sfida, già di per sé gigantesca, si intreccia al tema dell’approvvigionamento energetico: come assicurare tutta questa elettricità senza gravare sulle reti esistenti né sottrarre risorse alle comunità locali?

Ed è qui che un’accelerazione del settore rinnovabili e del fotovoltaico offrirebbe diverse opportunità: la capacità di offrire energia pulita, rapida da installare e capace di scalare velocemente costituisce un vantaggio strategico. I benefici possono essere notevoli, non solo in termini economici, ma anche sotto il profilo dell’indipendenza energetica e della sostenibilità.

Tutti i principali “hyperscaler” (le grandi aziende tecnologiche con enormi infrastrutture di calcolo) mostrano l’intenzione di garantirsi una fornitura stabile di elettricità, con attenzione all’impatto ambientale e i rischi connessi alle oscillazioni geopolitiche e finanziarie tipiche delle fonti fossili.

Le aziende impegnate nella creazione di data center sanno bene che, per ottenere consenso e stabilità di lungo periodo, è indispensabile creare capacità aggiuntiva, anziché drenare risorse dalle reti esistenti.

Sul tema dell’autonomia, della stabilità energetica locale e dell’abbattimento dei costi, va sempre sottolinetata l’opportunità offerta dalle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Queste ultime consentono a cittadini, imprese e amministrazioni locali di produrre, condividere e utilizzare energia rinnovabile in modo collettivo, creando reti “dal basso” capaci di sopperire a parte del fabbisogno locale. Purtroppo, le CER non sono ancora massicciamente sviluppate a causa di vincoli normativi e di strumenti finanziari ancora limitati. Se adeguatamente sostenute e perfezionate, però, possono offrire un’importante strumento per stabilizzare la rete, abbassare i costi e garantire un approvvigionamento costante alle nuove infrastrutture senza gravare sulle comunità.

Se il futuro dell’AI dipende dall’energia, è oggi più che mai evidente che il solare e le rinnovabili costituisce la risposta più immediata e convincente, sia per i costi in discesa sia per la velocità con cui può soddisfare la domanda. Le opportunità di collaborazione tra imprese tecnologiche e produttori di energia rinnovabile si moltiplicano, alimentando un circolo virtuoso di sviluppo economico, innovazione e sostenibilità per le generazioni future.

Foto di Damian Markutt su Unsplash

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