Il nuovo rapporto della Corte dei Conti francese analizza costi, ritardi e rischi del programma nucleare EPR, evidenziando le incertezze economiche e tecniche ancora irrisolte. Tuttavia, i dati ufficiali confermano un punto chiave: indipendentemente dallo sviluppo del nucleare, il solare sarà la fonte dominante nel mix energetico del futuro.
Da diversi giorni si discute del rapporto della Corte dei Conti francese, “La filière EPR : une dynamique nouvelle, desrisques persistants“, che analizza in profondità le sfide legate allo sviluppo del programma nucleare EPR e fornisce un quadro dettagliato delle implicazioni economiche, tecniche e strategiche per la transizione energetica del Paese. Tuttavia, un elemento fondamentale emerge con forza dall’infografica integrata nel documento ufficiale: qualunque sia la strategia futura, il solare avrà un ruolo predominante nel mix energetico del 2050.
L’infografica, redatta da RTE (Réseau de Transport d’Électricité – gestore della rete di trasmissione elettrica francese), confronta vari scenari di produzione energetica. Che si tratti di un mix basato esclusivamente sulle energie rinnovabili o di uno che integri nuovi reattori nucleari, il fotovoltaico rappresenta sempre una porzione centrale della produzione elettrica. Questo aspetto, supportato da proiezioni quantitative e valutazioni istituzionali, ribalta in parte la narrativa attuale che vede il nucleare come pilastro imprescindibile per il futuro dell’energia in Francia.
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Ma andiamo per ordine. Cosa rivela nello specifico il rapporto della Cour des Comptes?
La Corte dei Conti non nasconde le difficoltà legate alla filiera nucleare. Gli esempi recenti parlano chiaro: Flamanville 3, il primo reattore EPR costruito in Francia, ha visto i suoi costi lievitare fino a 23,7 miliardi di euro e i tempi di consegna estendersi di oltre dodici anni rispetto alle previsioni iniziali. Progetti internazionali come Hinkley Point C nel Regno Unito e Olkiluoto 3 in Finlandia presentano criticità analoghe, con costi che, rispettivamente, hanno raggiunto fino a 34 miliardi di sterline e 9,5 miliardi di euro.
Anche il programma EPR2, che punta alla costruzione di sei nuovi reattori in Francia, è ancora in fase preliminare. Il rapporto evidenzia che mancano un piano di finanziamento definitivo e una progettazione dettagliata, condizioni necessarie per evitare di replicare i sovraccosti e i ritardi osservati nei progetti precedenti. La Corte sottolinea che ogni decisione di investimento dovrebbe essere rinviata fino a quando non sarà garantita la sostenibilità economica e tecnica del programma.
Nonostante il governo conti di produrre 400 TWh entro il 2030 grazie al nucleare, e oggi già il 65% dell’elettricità francese provenga da quell’origine, il rapporto segnala la necessità di rafforzare le competenze industriali, evitare ulteriori ritardi e contenere i sovraccosti. Gli esperti evidenziano in particolare il nodo della riorganizzazione di EDF (Électricité de France, è la principale azienda produttrice e distributrice di energia elettrica in Francia e una delle più grandi società energetiche al mondo), chiamata a migliorare la gestione dei progetti e a chiarire meglio le responsabilità di costruzione e controllo.
In sostanza, la Corte dei Conti invita ad una pianificazione rigorosa e una gestione dei rischi più prudente. Solo con un approccio sistemico, che affronti in modo trasparente e sostenibile le incertezze finanziarie, organizzative e tecniche, sarà possibile garantire che la Francia non solo colmi le lacune del programma nucleare, ma riesca a inserirlo nuovamente nella traiettoria di sviluppo energetico necessario per il futuro.
Siamo ben lontani da ogni attuale narrativa.
Immagine di copertina di Markus Distelrath da Pixabay